La legenda delle Sibille
Una delle domande più ricorrenti dell’umanità è conoscere in anticipo il nostro futuro? Questa domanda era comune anche nell’antica Grecia e ai tempi di Roma; coloro che osavano affrontare la verità spesso sui giorni neri che li aspettavano potevano farlo grazie agli oracoli.
Gli oracoli erano sacerdoti o, più spesso, sacerdotesse, a cui era stata data da un Dio la conoscenza del futuro, e avrebbero trasmesso questa conoscenza a principi e generali, ma anche a chiunque potesse permettersi una grande donazione a Dio. Avevano santuari dedicati, tra i quali il più famoso è il santuario di Apollo a Delfi.
Sopra gli oracoli c’era Sibilla, che grazie alla sua origine divina si avvicinava di un passo alla verità assoluta, eppure parlava solo a un numero estremamente limitato di comuni mortali, proprio a coloro che dovevano cambiare la loro storia.
Si diceva che viaggiasse da un posto all’altro e vivesse per secoli e millenni.
In seguito la leggenda si è evoluta affermando che a luoghi diversi c’era una particolare Sibilla, e che sarebbe stata chiamata con il nome del luogo che abitava piuttosto che con il suo nome. Ci viene detto che c’erano quasi trenta Sibille, di cui due particolarmente importanti: la Sibilla Delfica e la Sibilla Cumana.
Si diceva che la Sibilla di Delfi vivesse vicino al santuario di Apollo a Delfi e che fosse la sorellastra del dio; non avrebbe preso parte alle attività ordinarie dell’oracolo, tuttavia la sua semplice presenza fu enormemente influente nel rendere Delfi il santuario degli oracoli più importante del mondo.
La Sibilla Cumana è ancora più importante per la storia del nostro pianeta: ha vissuto nel sito ora archeologico di Cuma in provincia di Napoli, nel sud Italia, ed è intervenuta due volte nel destino dell’umanità altrimenti spacciata da grandi cataclismi.
La prima volta istruì Enea, l’eroe troiano e semidio (figlio della dea di Anchise cugino di Priamo e Afrodite dea della bellezza), che si recò in Italia dopo la distruzione della sua città natale per fondare Alba Longa, la città dove Romolo e Remo, futuri fondatori di Roma, nacquero.
La seconda volta fu intorno al 510 a.C. quando si recò a Roma per offrire a Tarquinio il Superbo (l’ultimo re di Roma, estromesso dal potere nel 509 quando fu dichiarata la Repubblica) nove libri contenenti la verità sul futuro.
Dato che stava chiedendo un prezzo esorbitante per i libri, il re inizialmente rifiutò l’offerta e ne bruciò tre davanti ai suoi occhi solo per offrirgli i restanti sei allo stesso prezzo di prima.
Tarquinio si rifiutò ancora una volta di pagare il prezzo originale per i sei libri rimasti che rimasero alcuni dei beni più preziosi di Roma fino a quando non furono persi in un incendio nell’83 a.C.
Secondo la leggenda, è grazie ai segreti scritti in quei libri che Roma divenne l’impero più potente e duraturo (753 a.C. – 1453 d.C.) della storia. Tra le profezie delle Sibille c’era la venuta di un Salvatore, che avrebbe dovuto avvenire negli anni in cui nacque Gesù Cristo.
Quindi anche nel Medioevo la Chiesa cattolica Romana aveva stima per queste divinità, a differenza della maggior parte degli altri dei pagani e semidei.
La loro simpatia crebbe al punto che nel santuario più sacro della cristianità, la Cappella Sistina a Roma si possono vedere alcune delle più importanti Sibille dipinte da Michelangelo. Ancora oggi alcuni ritengono che la Sibilla Cumana abiti ancora una grotta nei Monti Sibillini dell’Italia centrale, dove si trasferì dopo la diffusione del cristianesimo in Italia.
Da questa storia nascono i Tarocchi delle Sibille un mazzo di carte composto da 52 carte. Questo mazzo si distingue dalle altre carte perché ognuna di esse simboleggia una figura che mostra un significato divinatorio generale. Come sappiamo, a volte nella carta è presente anche una piccola casella dove si trova stampato il seme corrispondente al classico mazzo di carte da Ramino: in questo caso le carte sono numerate da 1 a 13. Alcuni mazzi presentano nella figura anche una didascalia che manifesta i significati particolari della carta, oltre ad ulteriori numeri e, al centro, il nome della carta riassume il significato generico.
Curiosità: Una caratteristica data dai semi delle Sibille è quella di poter indicare i tempi in cui può accadere l’avvenimento preannunciato. Questo è un aspetto importante per la cartomanzia previsionale, cioè in tutte quelle situazioni in cui viene richiesta una previsione del futuro, come ad esempio un il possibile ritorno di una persona che amiamo.
A presto con un’altra entusiasmante storia…
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